Quando discutiamo di viviparità parliamo di una delle tante forme di riproduzione possibili per gli esseri viventi. Nello specifico, questa, riguarda la stragrande maggioranza dei mammiferi, alcuni tipi di pesci, di anfibi ed anche di rettili.
I cuccioli, in questo tipo di riproduzione, si sviluppano e si sostentano o all’interno del corpo della madre, o tramite comunque un contatto diretto con lo stesso. Sebbene si stia parlando di animali, è chiaro che anche gli esseri umani siano vivipari, in quanto la placenta materna ci ospita e ci nutre per nove mesi prima dell’effettiva messa al mondo.
Come accennavo in precedenza quasi tutti i mammiferi sono vivipari, sebbene ne esistano alcuni ovipari, un esempio comune è quello dell’ornitorinco, che depone fino a tre uova per gestazione. Esistono ovviamente anche mammiferi vivipari non terrestri ma marini, tra questi includiamo animali come i delfini e le balene, mentre l’unico animale viviparo capace di volare è il pipistrello.
Alcuni esempi di animali vivipari
Il cane ed il gatto sono due esempi di animali vivipari, esattamente come noi esseri umani. Questi, sebbene presentino delle differenze marcate per quanto riguarda il periodo produttivo, entrano a far parte di questa grande categoria. Non importa infatti la durata della gravidanza dell’animale, che varia notevolmente dall’esempio che prendiamo in considerazione (nei cani due mesi, negli elefanti oltre i venti, ecc.), ma conta solo il modo in cui il cucciolo è alimentato e generato.
Approfondiamo il tema e spieghiamo meglio la questione
La caratteristica degli animali vivipari è data dal fatto che negli esemplari femmina l’embrione (il futuro cucciolo) è in gestazione all’interno dell’utero materno, con il maschio della specie che feconda l’ovulo attraverso gli spermatozoi. Ed è dunque il corpo della madre a nutrire il piccolo, in maniera diretta, finché non viene partorito. Non è infatti un caso che la maggior parte delle madri mammifere vivipare possegga un forte istinto materno, cosa, questa, che persisterà anche dopo la nascita del cucciolo. Moltissime specie infatti accudiranno i piccoli, dandogli anche da mangiare, fino a quando non saranno in grado di badare in autonomia a se stessi.
I marsupiali sono animali vivipari?
Questo risulta essere sicuramente un caso molto particolare, i marsupiali, animali cioè come il koala, l’opossum, il canguro, ecc., sono creature che partoriscono i figli sebbene questi non siano ancora formati, spieghiamoci meglio. Il cucciolo di canguro, ad esempio, dopo essere nato, è posto nella famosissima sacca addominale della madre, dove viene nutrito e dove può continuare a formarsi completamente. I cuccioli restano nella sacca per mesi, finché cioè non sono in grado di essere autosufficienti. Questa, sebbene sia una forma diversa rispetto a quella comune, resta comunque un esempio di viviparità.
Esistono anfibi e rettili vivipari?
I serpenti, nello specifico, attuano in realtà svariate tecniche riproduttive, in base alla specie che si prende in considerazione. La stragrande maggioranza di queste sono però ovipare, cioè fanno le uova e le covano, ma determinati esemplari di lucertole, come la “Pseudemoia entrecasteauxii”, sviluppano una vera e propria placenta tipica degli animali vivipari. In natura, tra gli anfibi, esiste la rana marsupiale gigante, questa particolare rana alimenta gli embrioni in maniera diretta tramite delle branchie apposite che sono dislocate lungo il suo corpo.