Un particolare ceppo di coronavirus, in grado di colpire solo i gatti e non gli esseri umani, da mesi sta martoriando la bellissima isola di Cipro, posta nel Mediterraneo orientale. Cipro ospita da decenni un numero considerevole di gatti randagi, ma, negli ultimi sei mesi, a causa della presenza di questo temibile virus si contano circa trecentomila esemplari di felini morti. La malattia causata dal virus è denominata FIP, acronimo che sta per peritonite infettiva felina, caratterizzata da una altissima mortalità.
L’altra malattia che sta colpendo i gatti ha invece avuto origini in Polonia, dove si è sviluppata negli ultimi mesi una forma di aviaria particolarmente ostica da debellare. Stando agli esperti il problema è causato da un virus, di ceppo A, come sempre accade nei casi di aviaria, che sta mietendo numerose vittime feline da settimane. Cerchiamo di approfondire quanto anticipato in precedenza nel seguente articolo.
La peritonite infettiva felina e l’isola di Cipro
La peritonite infettiva felina di cui stiamo discutendo e che si è diffusa a Cipro è una malattia virale grave che colpisce i gatti. Purtroppo, il virus che la causa, può provocare anche la morte dell’animale. La trasmissione avviene principalmente in un modo, il contatto diretto con le feci di felini infetti.
Stando agli scienziati ed ai veterinari, esistono due diversi tipi di FIP, la prima è detta “ascitica”, la seconda è invece detta “granulomatosa”. Quella ascitica causa lo sviluppo di liquido all’interno dell’addome del felino, e causa anche altri sintomi, tra questi possiamo sicuramente citare: febbre, spesso anche intensa, e perdita di peso. La seconda coinvolge organi specifici come i reni, il fegato, e perfino il sistema nervoso centrale dell’animale.
Nel momento in cui scrivo non è ancora stata scoperta una cura efficace per la malattia né tantomeno un vaccino che possa prevenirla. Infatti, il principale trattamento, è mirato più che altro ad alleviare i sintomi ed a migliorare la qualità della vita del gatto colpito dal problema. Il numero di decessi nell’isola di Cipro purtroppo continua ad aumentare settimana dopo settimana e si teme che questo virus possa diffondersi rapidamente in tutto il mondo.
L’aviaria sviluppatasi in Polonia
L’influenza aviaria è causata da alcuni virus di tipo A che contagiano gli uccelli, e negli ultimi decenni ne sono state osservate decine e decine in tutto il mondo (si ricordi quella che nel 2003 spaventò il nostro paese). La fonte che ha generato il focolaio in Polonia non è ancora chiara, ma probabilmente il tutto è sorto o a causa di volatili selvatici, o negli allevamenti di pollame. In Polonia, già nel 2021, erano stati segnalati episodi di aviaria che avevano colpito i gatti, e già allora si notò che gli animali infetti erano soliti nutrirsi con gli uccelli o con le loro carcasse, ammalandosi di conseguenza.
L’influenza aviaria presente attualmente in Polonia prende il nome di A (H5N1), ed i numeri di gatti affetti da questa malattia continuano a crescere ogni giorno. Stando all’ente responsabile della salute degli animali, ed anche ai comunicati pubblicati su internet dall’OMS, o Organizzazione Mondiale della Sanità, a metà luglio i casi di aviaria accertati erano ventinove. Tra i gatti contagiati dall’aviaria, undici sono morti in maniera diretta, ed addirittura quattordici sarebbero stati abbattuti dai veterinari presenti in tutto il paese a causa delle gravi condizioni di salute in cui versavano.
L’aviaria, i sintomi, e gli altri mammiferi
L’aviaria, si ricorda, non infetta solo gli uccelli e gli animali che se ne nutrono, ma è in grado di colpire tutti i mammiferi presenti in natura, compreso l’essere umano. Tra i sintomi più comuni della malattia possiamo annoverare: febbre, difficoltà respiratorie, forte mal di gola e raffreddore. A causa della sempre più rapida diffusione di questo virus l’autorità europea per la sicurezza alimentare consiglia caldamente di tenere al sicuro i propri animali domestici nei prossimi mesi, e nello specifico di lasciare sempre i gatti in casa, evitando che entrino in contatto con altri animali.